DANIELA GALLIANO
Se da bambina mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo: “aiutare gli altri”. Avevo 8 anni quando decisi di diventare un medico, pur essendo ancora troppo piccola per capire davvero cosa volesse dire o da dove nascesse quel mio desiderio. Soltanto parecchi anni più tardi realizzai che la vicinanza con la fragilità di una persona molto cara aveva nutrito in me un senso di impotenza e fatto scaturire il conseguente bisogno di "dare una mano".
Un medico poi lo sono diventato davvero e, con passione e con tutti gli strumenti che la scienza può offrire, ho provato a portare speranza in situazioni in cui sembrava non essercene più. Ho avuto la possibilità di conoscere il corpo e il cuore delle donne, le loro storie e i loro vissuti, i loro sogni e i loro calvari, la loro voglia di essere madri e quella di sperimentare cosa si prova ad avere un figlio, educarlo e vederlo crescere. E ho esplorato tutto questo sia professionalmente sia personalmente.
Nel momento in cui sono diventata mamma, quella nuova meravigliosa avventura mi ha reso da una parte più vulnerabile, dall'altra più determinata, per cui, guardando mia figlia giocare, sana e amata, ho sentito che dovevo fare ancora qualcosa di più.
È dalla volontà di sostenere donne e madri vittime di violenza e sole, dall'esigenza di accogliere bambini malati o disabili che nasce questo progetto così importante per me. Perché affrontare le difficoltà insieme, oltre a mitigarle, testimonia il nostro tentativo di rendere più umano il mondo che ci è capitato di vivere.